Noi ragazzi della 2°A, nel giorno della memoria, abbiamo visto a scuola un film riguardante la storia triste di Anna Frank e della sua famiglia. Ci è stato proposto per farci capire che per colpa di un uomo e di chi ha seguito le sue idee sono morti 6 milioni di ebrei e per non farci ripetere gli stessi errori in futuro.
Anna Frank, quattordicenne ebrea, seconda figlia di Otto Heinrich Frank e di sua moglie Edith Frank apparteneva ad una famiglia di patrioti tedeschi che avevano prestato servizio durante la prima guerra mondiale. Aveva una sorella maggiore, Margot Elisabeth Frank. Lei e la famiglia dovettero spostarsi ad Amsterdam nel 1933, quando Adolf Hitler venne nominato Cancelliere, per sfuggire alla persecuzione dei Nazisti. Il 6 luglio 1942, appena tredicenne, dovette nascondersi con la famiglia nell'Achterhuis, un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della compagnia di Otto chiamata "Gies e co". Vissero lì durante l'occupazione nazista. Essi venivano aiutati da persone che portavano ai clandestini presenti nell'alloggio segreto cibo, notizie e oggetti utili. Per il giorno del suo compleanno i suoi genitori le regalarono un diario. Durante quegli anni, Anna scrisse quindi un diario, descrivendo con considerevole talento le paure causate dal vivere in clandestinità, i sentimenti per Peter, i conflitti con i genitori e la sua aspirazione di diventare scrittrice. Dopo più di due anni, il 4 agosto 1944 , una donna chiamò la Gestapo dicendo che al 263 di Prinsengracht erano nascosti degli ebrei. Le due famiglie così vennero arrestate e trasferite al campo di smistamento di Westerbork, nell'Olanda nord-orientale. Il 2 settembre Anna Frank e gli altri clandestini vennero caricati sull'ultimo treno merci in partenza per Auschwitz, dove giunsero tre giorni dopo. Anna, Margot ed Edith Frank non sopravvissero ai campi di concentramento tedeschi.
Margot e Anna passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo nel marzo 1945, solo tre settimane prima della liberazione del campo. Solo il padre di Anna sopravvisse ai campi di concentramento: fu liberato il 27 gennaio 1945 dal campo di Auschwitz dai Russi e tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio. Gli fu consegnato il diario di Anna ed egli lo aggiustò per la pubblicazione con il titolo di Het Achterhuis. L'opinione della classe è che la storia di Anna e questo film siano “commoventi ed emozionanti”. La prof. Bonaiti fa inoltre presente che Anna è un esempio di coraggio e maturità significativo per i suoi coetanei di oggi.
è un film molto bello che ha fatto emozionare molti miei "duri" compagni.
RispondiEliminaè una storia molto bella commuovente e che ha lasciato tutti a bocca aperta!!!
RispondiEliminaè un film che serve a non dimenticare
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